Internazionalizzazione ed R&S in Europa

Il Commissario europeo per la Scienza e la Ricerca, Janez Potocnik, durante il Forum organizzato il 29 e 30 marzo 2018 a Bruxelles dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE),  ha dichiarato che “Le sfide cui l’umanità deve fare fronte sono sempre più globali, e dobbiamo trovare il modo di affrontarle con un approccio coordinato. Con l’internazionalizzazione della R&S si può rispondere a tali sfide. È vero che questo approccio comporta una serie di rischi, ma le opportunità che offre sono di gran lunga più numerose”.

Ciò che è emerso anche da altri delegati, è che finora i flussi transfrontalieri di R&S sono rimasti essenzialmente confinati alla “triade” formata da Stati Uniti, Giappone ed Europa. In questo modo l’80 per cento della ricerca industriale estera viene condotta in queste tre regioni.

Gli obiettivi prefissati dall’UE intendono apportare una cambiamento, affinché l’Europa stessa diventi una meta quanto più attraente possibile per gli investimenti privati nella ricerca. “Per realizzare questo obiettivo sarà necessaria un’ampia combinazione di politiche, che comprenda vari incentivi fiscali, migliori condizioni quadro, risorse umane qualificate, efficaci regimi di proprietà intellettuale e infrastrutture per la ricerca di base e applicata. I progressi, purtroppo, sono lenti e vanno accelerati, soprattutto negli Stati membri”.